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domenica 30 ottobre 2011

Contro la carcerazione preventiva

Sono contrario alla carcerazione preventiva, sempre. Farei eccezione per reati gravissimi, per chi e' trovato in flagranza di reato, e basta.
In galera si va dopo una condanna, non prima. Non si deve andare in carcere perché qualcuno dice che qualcun altro ha fatto qualcosa. La privazione della libertà personale e' un danno irreparabile, non risarcibile. Lo so che il nostro codice dice che si può applicare la custodia cautelare quando ricorrono certe circostanza, il pericolo di fuga, la reiterazione, l'occultamento delle prove, ma non me ne frega niente. Io sono contro.
Ma al di la' delle questioni puramente di diritto, c'è un aspetto che mi preme sottolineare: la custodia cautelare, così come viene applicata oggi in Italia, e' un problema che riguarda tutti noi, tutti, nessun escluso. Non mi dite che siccome siete onesti e cristallini nessuno potrà accusarvi mai di niente. No, non funziona così. Può succedere che qualcuno abbia per caso il vostro numero nella rubrica, può succedere che qualcuno si sbagli e pensi di avervi visto da qualche parte. Oppure che qualcuno interpreti male qualcosa che invece voi avete fatto bene. Fantasie? No, e' tutto gia' capitato. Anni fa un mio collega ingegnere dirigente di un comune fu arrestato per un cambio di destinazione di un terreno, giudicato abusivo. A cena con gli amici dissi che, potendo io essere al suo posto, avendo uguali titoli, io quella sera sarei stato in galera, perché avrei fatto lo stesso. Perché la legge diceva che si faceva così come lui aveva fatto. Uguale. Il collega e' stato assolto, ma si e' fatto qualche giorno di carcere, del tutto inutilmente.
E ora, ciascuno di voi, per favore, si domandi: ma io, in nome e nel supremo interesse della giustizia, ci andrei in galera sulla base di una testimonianza sbagliata di qualcuno?

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