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venerdì 28 ottobre 2011

Liberalizzare le professioni?

Parliamo di professioni.
Tutti gli economisti liberali propongono un programma di liberalizzazione delle professioni, con l'abolizione dei privilegi dei professionisti.
Sono un professionista, ma io di privilegi non ne vedo. Nessuno mi ha impedito l'accesso all'Ordine professionale: ho superato l'esame di stato studiando, come tutti i miei compagni di studio. Ho uno studio professionale, in cui lavoro anche dodici ore al giorno, a volte anche di sabato, domenica e nei giorni festivi. Non ho ferie pagate, anzi: se vado in ferie non soltanto pago le spese per le mie vacanze, ma in quei giorni non guadagno perché non lavoro. Le mie ferie non sono sacre: se al momento di partire capita un impegno di lavoro inderogabile non parto, o rimando la partenza. E' già successo, non c'è nulla di strano. Io non ho diritto di sciopero: se un cliente non mi trova torna il giorno dopo, oppure va da un altro. Io non ho un sindacato che mi difende, e non sono autorizzato a dire che non lavoro perché ho finito la carta: devo alzarmi ed andare a comperarla. Idem per la benzina.
Ho un volumetto con le tariffe professionali, ma ormai ha un dito di polvere. Nessuno mi paga secondo le tariffe professionali. Lavoro per imprese, e tutte mi fanno lo stesso discorso: per questo lavoro ti pago x: se ti va bene ok, altrimenti ce ne sono cento che fanno la fila per fare questo lavoro a questo prezzo. E noi quindi non saremmo soggetti al mercato?
Leggo sui blog di qualche giovane politico che si propone di inquadrare i professionisti entro strutture "complesse", simili ad aziende. Significa uccidere il lavoro autonomo, spersonalizzarlo, eliminare il rapporto col cliente che con il professionista vuole parlare. Il professionista non si limita ad espletare un incarico, il professionista ascolta, consiglia, suggerisce. Una struttura complessa eliminerebbe questo rapporto e lascerebbe il cliente solo di fronte al suo problema. Faccio consulenze per una banca. Pur operando in favore dell'istituto di credito, il mio lavoro e' stato spesso di tutela anche nei confronti del cliente della banca stessa, tanto che il cliente e' tornato da me per chiedermi consiglio per necessita successive. Ora una fetta del mio lavoro e' stata affidata ad una struttura di professionisti come quella che si propone, così come era già successo in passato. Eppure l'esperienza non era stata positiva tanto che era stata terminata: consulenze svolte a volte con sopralluoghi quanto meno affrettati, totale spersonalizzazione del rapporto, tanto che le consulenze non recavano nemmeno la firma degli autori. Al termine di quella esperienza mi furono affidati alcuni incarichi di revisione delle consulenze, con aggravio di costi per la banca.
E' questo che si vuole?

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